8 Mar 2024

Biden e lo stato dell’Unione 

Biden ha tenuto un discorso sullo Stato dell’Unione energico e fortemente politico, in cui ha attaccato indirettamente Donald Trump: basterà a cancellare i dubbi sulla sua età e a dargli una spinta nei sondaggi?

Più che un intervento, presidenziale e solenne alle Camere riunite del Congresso, il discorso di Joe Biden sullo stato dell’Unione è sembrato un comizio politico reso ancor più elettrico dal clima di campagna elettorale. A otto mesi dalle elezioni di novembre, le attese erano più sulla performance – un intervento lungo, di persona e in diretta – che sui contenuti. E l’81enne presidente democratico, alle prese con un drammatico calo di consensi legato alle preoccupazioni per l’età avanzata, sembra averle mantenute tutte: è apparso vigoroso e determinato, pienamente in controllo delle sue facoltà, al punto da abbandonare spesso il copione scritto per andare ‘a braccio’, e capace di parare i colpi degli avversari repubblicani. Il rischio che la democrazia venga danneggiata è stato il filo rosso di un discorso in cui Biden ha tracciato la lista dei suoi successi e parlato anche di immigrazione, aborto, economia e guerre, dall’Ucraina alla Striscia di Gaza. Il tutto lanciando numerosi attacchi a Donald Trump, ormai sicuro sfidante nella corsa per la Casa Bianca, definito sempre “il mio predecessore” e mai citato per nome. Biden lo ha incolpato per le bugie sulle elezioni del 2020, definendole la “più grave minaccia alla democrazia” dai tempi della guerra civile; per la decisione della Corte Suprema di ribaltare la sentenza Roe v. Wade che garantiva il diritto all’aborto, e pure per aver bloccato le riforme bipartisan sull’immigrazione. Nel frattempo, sulla piattaforma Truth, il tycoon reagiva in diretta alle sue parole: “Biden è in fuga dal suo record negativo e sta mentendo come un matto per cercare di sfuggire alle responsabilità per l’orribile devastazione che lui e il suo partito hanno creato”, ha scritto. Ma il discorso, pronunciato senza inciampi o gaffe significative, segna un indubbio successo per il presidente, il cui obiettivo era convincere elettori poco entusiasti e colleghi di partito nervosi, che il loro candidato è più che pronto a sostenere il confronto con l’avversario in vista di novembre. 

Vecchio o vintage

Interrogativi e ansie sull’età di Biden e sulla sua idoneità a ricoprire il ruolo di ‘Commander in chief’ sono diventati uno dei principali grattacapi per il team della campagna democratica. Proprio l’età del presidente (81 anni) secondo gli strateghi della Casa Bianca, sarebbe infatti il motivo dei suoi bassi indici di gradimento e del tracollo nelle preferenze, in costante calo soprattutto dopo che il consigliere speciale Robert Hur lo ha definito un “uomo anziano, ben intenzionato e con scarsa memoria”. Secondo i sondaggi, molti democratici avrebbero preferito un candidato diverso per le presidenziali e temono che il presidente non sia in grado di governare in maniera ‘efficace’ per altri quattro anni. Era inevitabile, quindi, che Biden affrontasse la questione durante il suo discorso. L’argomentazione che ha usato per cercare di disinnescare un tema potenzialmente fatale per la rielezione è stata che Donald Trump ha quasi la stessa età (77 anni) e per di più ha una visione antiquata e vendicativa. “So che potrebbe non sembrare, ma sono in giro da un po’ – ha detto Biden suscitando qualche risata – e quando raggiungi la mia età, certe cose diventano più chiare che mai. Il problema che la nostra nazione deve affrontare non è quanti anni abbiamo, ma quanti anni hanno le nostre idee” aggiungendo che “alcune persone della mia età vedono una storia diversa: una storia americana di risentimento, vendetta e punizione”. 

Politica estera in primo piano? 

In genere, la politica estera passa in secondo piano durante i discorsi sullo stato dell’Unione; il pubblico a cui il presidente si rivolge è il Congresso e il popolo americano, le cui preoccupazioni sono solitamente più concentrate su quello che accade dentro i confini degli Stati Uniti che fuori. Ma quella di Biden è una presidenza in tempi di profonde tensioni globali. La guerra tra Russia e Ucraina continua senza un orizzonte chiaro, mentre la guerra di Israele sulla Striscia di Gaza ha provocato una lacerazione che sta spaccando il partito democratico. Quindi era inevitabile che gli affari esteri occupassero uno spazio maggiore rispetto al passato. Ancor prima che arrivasse in Campidoglio, il corteo presidenziale è stato oggetto di proteste lungo il percorso e manifestazioni di malcontento diffuso per quello che viene percepito come un eccessivo sostegno da parte dell’attuale amministrazione al governo israeliano di Benjamin Netanyahu, a fronte dell’alto numero di vittime civili nella Striscia. Nel suo discorso, Biden ha chiarito l’imperativo di consentire più aiuti umanitari a Gaza e annunciato che gli Stati Uniti, con l’assenso di Israele, costruiranno un porto temporaneo offshore, di fronte alla costa di Gaza che consentirà agli aiuti di entrare nella Striscia e raggiungere la popolazione allo stremo. Sebbene gli esperti umanitari lo abbiano accolto come un passo nella giusta direzione, la realizzazione del progetto potrebbe richiedere settimane, con il rischio di dispensare un aiuto troppo limitato e troppo tardi

Economia e immigrazione, temi decisivi?

Sui temi dell’economia, Biden ha parlato in tono trionfante. “Ho ereditato un’economia che era sull’orlo del baratro – ha detto – e ora è l’invidia del mondo”. La maggior parte degli economisti concorda sul fatto che l’amministrazione abbia molto di cui vantarsi: lo scorso anno la crescita statunitense è stata la più sostenuta tra tutte le grandi economie avanzate, mentre l’inflazione è scesa più velocemente e gli indicatori segnalano che la disoccupazione rimarrà vicina ai minimi degli ultimi 50 anni ancora a lungo. Ma gli elettori, colpiti dall’impennata dei prezzi dei generi alimentari e dai costi del settore immobiliare, sono ancora scettici e arrabbiati. I momenti più accesi della serata, però, hanno riguardato un altro argomento, che promette di diventare ‘il’ tema di questa campagna elettorale: l’immigrazione. Biden ha risposto con decisione alla deputata trumpiana Marjorie Taylor Greene su Laken Riley, una studentessa di scienze infermieristiche uccisa il mese scorso in un campus in Georgia, presumibilmente da un immigrato irregolare. Biden ha definito l’uomo “un clandestino” termine che in genere i democratici non usano, ma ha accusato i repubblicani di “bloccare ogni soluzione” alla crisi del confine per motivi propagandistici. Nel complesso, se il discorso sullo Stato dell’Unione non risolverà i problemi della campagna di Biden, è però un buon indicatore di come intende condurla. Il presidente, considerato che la miglior forma di difesa è l’attacco, si è “tolto i guanti bipartisan” considera Edward Luce sul Financial Times osservando che il suo è stato un discorso sullo stato dell’Unione “apertamente partigiano”. Se avessero potuto, forse, alcune statue in marmo di Capitol Hill “avrebbero aggrottato la fronte” osserva Luce, “ma la sua postura era adeguata alla politica di oggi. Il tradizionale garbo istituzionale non offre alcuna risposta alla sfida unica posta da Trump”. 

Il commento 

Di Gianluca Pastori, ISPI associate research fellow. 

“Quello sullo stato dell’Unione è stato un discorso dai toni forti, di fatto già ‘da campagna elettorale’. Dal podio del Congresso, il presidente ha presentato quelli che, nei prossimi otto mesi, saranno i temi su cui batterà maggiormente in vista del voto di novembre. Il leitmotiv è stato una contrapposizione chiara al suo pressoché certo sfidante (peraltro mai nominato), Donald Trump. Soprattutto, il leitmotiv è stato la contrapposizione fra due idee di America, che, tuttavia, Biden è apparso attento a non declinare in chiave eccessivamente partisan. Quanto i messaggi contenuti nel discorso potranno tradursi in politiche concrete è tutto da verificare. È comunque indicativo che la ‘chiamata alle armi’ abbia ripreso molti degli argomenti che avevano sostenuto la campagna del 2020. Con la significativa aggiunta della difesa della democrazia, con cui il Presidente ha esordito e che nel discorso è affiorata ripetutamente, sia riguardo alla scena interna sua a quella internazionale, a ulteriore dimostrazione di come questo sembri destinato a essere il frame narrativo delle presidenziali 2024”.   

***

A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online Publications) 

Vuoi ricevere i nuovi Daily Focus direttamente nella tua casella di posta?

Pubblicazioni

Vedi tutti

Eventi correlati

Calendario eventi
Not logged in
x