20 Dic 2023

Ucraina: stella senza aiuti 

L’Ucraina “prossima stella dell’Ue” afferma Zelensky, ma i ritardi nello stanziamento degli aiuti da parte di Stati Uniti e Unione europea minano il sostegno di Kiev.

“Non stiamo perdendo la guerra con la Russia, anche se non sappiamo quando finirà”: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una conferenza stampa a Kiev, in cui ha esplicitato che l’esercito ucraino necessita la mobilitazione di altri 450-500 mila effettivi. Parlando con i giornalisti, il presidente ucraino ha spiegato che “la questione è molto delicata”. “Dove prendiamo i fondi? ha chiesto, dichiarandosi comunque fiducioso che gli alleati, Stati Uniti ed Europa, continueranno a sostenere l’Ucraina. Nel suo intervento pubblico di fine anno, il presidente ha ringraziato i soldati ucraini impegnati al fronte da quasi due anni, e ha salutato “la grande vittoria nel Mar Nero contro la Marina russa”, in riferimento al parziale ripristino delle esportazioni via mare dopo mesi di blocco navale imposto da Mosca. Nel complesso però, dopo il fallimento della controffensiva estiva, l’esercito di Kiev si trova ora ad affrontare un nuovo inverno di guerra con meno armi del previsto a fronte dell’offensiva che le forze russe stanno montando nell’est del paese. Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano della scadenza del suo mandato presidenziale il prossimo marzo, Zelensky ha escluso si possano svolgersi elezioni durante la guerra. Il presidente ha anche pronunciato una battuta sull’apertura dell’Unione Europea ai negoziati per l’adesione dell’Ucraina, approvata la settimana scorsa.  “L’Ucraina – ha detto indicando la bandiera dell’Unione alle sue spalle – sarà la prossima stella sulla bandiera dell’Ue”. 

L’ombra di Trump sull’Ucraina? 

Intanto, negli Stati Uniti, il pacchetto di aiuti di 60 miliardi di dollari voluto dall’amministrazione Biden per sostenere Kiev resta bloccato dalla maggioranza repubblicana al Congresso. I leader democratici e repubblicani hanno dichiarato che Washington non potrà approvare nuovi aiuti prima della fine dell’anno, mentre le due parti continuano a cercare un compromesso. “I nostri negoziatori lavoreranno molto diligentemente durante il periodo di pausa tra dicembre e gennaio, il nostro obiettivo è portare a termine qualcosa non appena torneremo” ha detto ai giornalisti il ​​leader democratico al Senato Chuck Schumer. Ma quello sui fondi da stanziare contro la Russia sta diventando un nodo politico centrale nel muro contro muro tra i due schieramenti. Al punto che il presidente ucraino ha ammesso che se Donald Trump venisse rieletto presidente degli Stati Uniti nel 2024, ciò potrebbe cambiare in modo significativo l’esito del conflitto. “Se la politica del prossimo presidente, chiunque esso sia, sarà diversa nei confronti dell’Ucraina, più fredda o più parsimoniosa – ha ammesso Zelensky – penso che questi segnali avranno un impatto molto forte sul corso della guerra”. 

Sfida ai vertici? 

Nonostante i tentativi di dimostrare unità, anche Kiev non è immune dalle divisioni e si moltiplicano i segnali di attrito tra il presidente Volodymyr Zelensky e il capo delle forze armate Valerii Zaluzhny, al punto che secondo i media nazionali il capo dell’esercito potrebbe essere licenziato. Secondo un sondaggio condotto dal Kyiv International Institute of Sociology (KIIS), la stragrande maggioranza degli ucraini non solo non sosterrebbe il licenziamento ma vedrebbe tale mossa “negativamente”. La fiducia del pubblico in Zaluzhny – secondo la rilevazione – sfiora il 92% rispetto al 77% delle persone che si fidano di Zelensky, la cui popolarità sarebbe in calo rispetto ai mesi scorsi. Nonostante la controffensiva dell’estate scorsa non sia riuscita a riconquistare aree del territorio occupato dai russi, infatti, Zaluzhny resta molto popolare tra gli ucraini per aver guidato le forze armate ucraine e aver respinto i russi nelle prime settimane e nei primi mesi dopo l’invasione. La sua popolarità, sostengono alcuni osservatori, rappresenta una minaccia politica per il presidente, il cui mandato scade il prossimo anno, poiché fa del generale l’unico potenzialmente in grado di sfidarlo. Il disaccordo ai vertici di Kiev, tuttavia, preoccupa gli alleati e rischia di minare l’unità del paese.  

Il sostegno economico è cruciale? 

È nell’attuale scenario che si è svolta la recente visita a Washington del presidente ucraino. Una missione in cui Zelensky ha ricevuto numerose promesse dai massimi funzionari statunitensi, dai legislatori di entrambi i partiti e dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ma da cui è tornato sostanzialmente a mani vuote. Washington e Bruxelles sono i maggiori fornitori di aiuti militari ed economici all’Ucraina dall’invasione del febbraio 2022, mantenendo sia le sue truppe armate che il suo governo in funzione, e oggi il loro fallimento nel garantire la stabilità finanziaria di Kiev arriva in un momento particolarmente delicato: la controffensiva ucraina non è riuscita a liberare aree significative dall’occupazione russa e la potenza di fuoco ucraina si sta esaurendo proprio mentre Mosca moltiplica gli attacchi aerei contro le infrastrutture del paese, in coincidenza con l’inizio dell’inverno. La scorsa settimana, il vertice dei leader europei – che pure ha accettato di avviare negoziati di adesione con Kiev – si è concluso senza un accordo sul finanziamento quadriennale di 50 miliardi di euro per l’Ucraina. Da Mosca, Putin ha esultato: “L’Ucraina oggi non produce quasi nulla, tutto arriva dall’occidente, ma gli aiuti gratuiti prima o poi finiranno e sembra che sia già così”, ha detto il presidente russo nella sua conferenza stampa di fine anno. E le rassicurazioni dei funzionari, per un accordo entro gennaio, non sono bastate a tutti. “Questo era il momento per i leader europei di salire sul palco – osserva un diplomatico occidentale intervistato dal Financial Times – E a quanto pare hanno mancato il bersaglio”.  

Il commento 

Di Mattia Massoletti, ISPI Russia, Caucasus and Central Asia Centre 

“Dall’inizio dell’invasione, quello attuale è forse il momento più difficile per l’Ucraina: il sostegno occidentale sembra vacillare sempre più, con il Congresso americano e l’ultimo Consiglio Europeo che hanno rinviato all’inizio dell’anno prossimo la decisione sullo stanziamento di nuovi aiuti militari e finanziari a Kiev. A complicare ulteriormente il quadro ci sono alcune dinamiche interne al Paese, alla ricerca disperata di nuovi combattenti da mandare al fronte. Proprio ieri il presidente Zelensky ha comunicato che i vertici militari ucraini intendono mobilitare per le forze armate altre 450-500mila persone. Una questione che evidenzia la necessità immediata di trovare uomini per contrastare il ritrovato slancio delle operazioni russe ma che, se mal gestita, potrebbe sfociare in forti tensioni sociali. Insomma, mentre l’Ucraina e il suo popolo si avvicinano al terzo anno di ostilità, il 2024 potrebbe modificare fondamentalmente le dinamiche del conflitto”. 

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A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online Publications) 

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